Ci accorgiamo di quanto sia importante dormire bene (e di quanto sia
difficile farlo) soltanto quando non ci riusciamo più.
Il
sonno, infatti, è un meccanismo naturale, tanto misterioso quanto delicato,
facilmente soggetto a turbamenti da parte di fattori organici, psicologici o
ambientali, e rappresenta per gli
organismi viventi un momento fondamentale di pausa e rigenerazione, sia
fisica che mentale.
Durante il sonno, infatti, i ritmi biologici rallentano, l'organismo
recupera le energie spese durante la giornata e il cervello riduce al minimo la
sua attività, occupandosi principalmente di rielaborare le esperienze fatte
durante la
veglia.
Il passaggio dalla veglia al sonno è regolato da una tempistica precisa che,
tuttavia, cambia da individuo a individuo e anche nella stessa persona a seconda
dell'età e del momento della vita; la prima regola per dormire bene è proprio
individuare le proprie esigenze in merito e, successivamente, fare di tutto per
rispettarle, perché le variazioni (risvegli anticipati o lunghe notti senza
sonno) costituiscono un'alterazione dell'equilibrio naturale e possono portare,
alla lunga, a soffrire di disturbi del sonno e dell'insonnia.
Ciò è ampiamente dimostrato se si pensa a quelle persone (lavoratori turnisti,
gente dello spettacolo, giovani dalla vita "sregolata") che conducono a lungo,
per forza o per scelta, uno stile di vita che stravolge i ritmi naturali di
sonno-veglia e si ritrovano sovente affetti da insonnia e sonno poco
ristoratore.
Seguire le regole di
igiene del sonno è fondamentale per non ritrovarsi svegli, stanchi e affetti
da
sonnolenza già a prima mattina, rischiando così la vita al volante e sul
lavoro e compromettendo il proprio umore e le proprie relazioni sociali.
L'insonnia, infatti, comporta gravi conseguenze sia personali che sociali, dato
che questo disturbo riduce la qualità della vita di chi ne soffre e comporta
perdite consistenti anche a livello comunitario, misurabili in giorni di lavoro
persi, minore produttività e maggiori costi assistenziali.
Basti pensare alla micidiale accoppiata insonnia-depressione:
la persona depressa che non cura il suo disturbo del sonno ha una probabilità 40
volte superiore di riammalarsi; stessa cosa per chi soffre di ipertensione: i
continui risvegli e riaddormentamenti che caratterizzano il riposo degli insonni
comportano sbalzi pressori anomali, con maggiore rischio di ammalarsi di
patologie
cardiovascolari; la mancanza di sonno sortisce effetti negativi anche sul
metabolismo, portando ad invecchiamento precoce dell'organismo.
Per tutti questi motivi è bene curare precocemente il proprio disturbo del
sonno, rivolgendosi al proprio Medico di Medicina Generale e, se la cosa
persiste, anche ad uno Specialista; è utile infatti dire che molti insonni non
sono consapevoli del loro disagio, perché non ricordano l'andamento della
nottata, e non riescono quindi a capire come mai sono stanchi ed irritabili pur
pensando di aver fatto un lungo riposo notturno.
A tal proposito è giusto anche parlare della
qualità del sonno: dormire molte ore non è l'unico parametro utile per dire
di aver "dormito bene" perché se il sonno viene inframmezzato da frequenti
risvegli inconsci (detti microrisvegli, di cui il paziente non è consapevole) il
riposo notturno non sarà sufficientemente ristoratore.
Articolo di PagineMediche.it Medicina e Prevenzione vedi fonte